domenica 18 dicembre 2016

Banana Jones era quello con la frusta e il cappello


“Noi siamo solo di passaggio nella storia, questa... questa è la storia!” (Belloq)
Banana Jones non è il professore che vi aspettereste: è una piccola scimmia dall’aspetto buffo e puccioso, tipo uno di quei peluches che tutte le bambine vorrebbero sul cruscotto della propria autovettura.
Impartisce lezioni di Archeologia all’università di Cambridge ma il suo accento è tutto tranne che british. Nel tempo libero ama staccarsi parassiti dal sottopelo, sgranocchiarli come merendine e scovare tesori in remoti anfratti del mondo. Si perché il piccolo primate dal cappello Fedora, frustino e bisaccia è un incallito esploratore, segugio di reperti unici e inestimabili che rintraccia e riporta alla luce dai posti più remoti del pianeta al solo fine di poterne fare una bella lezione sul suo Vlog di nuova generazione.
In genere Banana gira da solo ma ultimamente gli si è letteralmente “accollata” una studentessa dell’ultimo anno dai capelli rossi di nome Mara, Mara Frost una ex addetta al reparto surgelati del grande magazzino ittico IL PESCE GROSSO.

I due sono intenti a scovare un tesoro: si narra che nella foresta di Tzulan il popolo dei Brutti Musi nasconda gelosamente un idolo dorato in grado di trovare una soluzione alla calvizie maschile. Chi troverà quell’idolo potrà dire addio ad ogni lavoro diventando ricco sfondato e potendo passare il tempo a gozzovigliare e stonarsi come Lapo Elkan o Fabrizio Corona, esempi di una vita esemplare per le generazioni moderne.
Ma i due non sanno che sullo stesso tesoro hanno già messo gli occhi anche un altro manipolo di improbabili ed improvvisatissimi avventurieri. A capitanarli c’è l’ex Colonnello della Folgore Hillgore un  baffuto uomo dal corpo nerboruto e dal carattere spigoloso come uno shuriken!

TZULAN QUEST
Gioco per 2-5 giocatori della durata indicativa di 15/20 minuti edito dalla RedGlove grazie allo sforzo creativo di Alessandro Cuneo e alle matite inimitabili di penna-bianca Guido Favaro. I giocatori sceglieranno ciascuno un avventuriero tra gli otto disponibili e rappresentati da una sagoma di cartoncino e una piattaforma stand-up per tenerli su. In base al numero di partecipanti vengono pescate a caso un ammontare di tessere stanza da posizionare sul tavolo in un percorso di forma qualsiasi che conduca dal giocatore alla tessera Stanza dell’altare piazzata al centro del tavolo. Su di essa va posizionata la statuina dell’idolo dorato di Tzulan oggetto del contendere e obiettivo da raggiungere per primi per ottenere la vittoria.
Dal mazzo principale vengono assegnate inizialmente tre carte a testa sulle quali ci sono: la descrizione di un EFFETTO con relativo disegno sullo sfondo e la descrizione della CHIAVE con disegno evocativo.
Per completare il setup vengono piazzati sul tavolo i tasselli mostro, i tasselli trappola e le gemme.
Il gioco ha tre regole semplicissime: 1) peschi una carta, 2) giochi quante azioni (effetti/chiave) vuoi, 3) se chiudi il turno senza carte ne peschi tre. Poi passi al giocatore alla tua sinistra. Il primo che riesce a portare il proprio stand-up fino alla tessera pentagono centrale sarà il vincitore.
Durante il proprio turno un giocatore può giocare dalla propria mano quante carte vuole in uno solo dei due modi possibili: come Effetto o come chiave.
L’uso della carta come CHIAVE serve per avanzare il proprio personaggio sulla tessera stanza successiva ma questo è possibile solo se la chiave è quella corrispondente al simbolo riportato sulla tessera stanza: quindi con una carta-chiave-machete è possibile spostarsi da una stanza Infestata da piante rampicanti oppure con una carta-chiave-torcia si esce da una Stanza Buia e così via. Tutto semplicissimo grazie all’iconografia chiarissima e alla portata anche dei più piccoli.
L’uso alternativo che si può fare di una carta è tramite il relativo EFFETTO: si legge il testo e si scarta la carta eseguendo l’azione. Solitamente si tratta di interazione negativa verso un avversario nel tentativo di far indietreggiare la sua figura-stand-up oppure piazzando una trappola sulla stanza successiva o un mostro nella stanza dove si trova l’antagonista bersagliato.
Per potersi spostare da una stanza all’altra un personaggio deve prima sbarazzarsi di tutti i MOSTRI che sono tra i piedi e questo è possibile tramite apposite carta frusta o con effetti speciali. Imbattersi in una TRAPPOLA significa invece dover scartare due carte dalla propria mano  o due gemme dalla propria riserva per evitare di dover saltare il turno successivo per intero.

Chi al termine del proprio turno non ha carte in mano ne pesca TRE. Questo è un chiaro incentivo a consumarne quante più possibile interagendo e martorizzandosi a vicenda nel tentativo di avvantaggiarsi quanto più possibile danneggiando il prossimo :D
Infine, la parte più divertente del gioco: è possibile intavolare SCAMBI tra il giocatore attivo e gli altri. Questo può comportare lo scambio di carte, il baratto di carte per pietre e via dicendo ma tutto chiaramente a carte coperte quindi BLUFF a go go!

“Io non credo nella magia, sono soltanto un mucchio di stupide superstizioni.” (Indiana Jones)


LA PROVA DI JONES
Questa è la settimana delle feste aziendali in vista del Natale e ieri era il turno dell’ufficio di mia moglie così ne approfitto e appena esce inizio a preparare il biberon per la piccola MD: la riesco ad atterrare tipo John Chena con circa un’ora e mezza di anticipo rispetto la routine quotidian.  Mio figlio LA tira fuori  un po di boardgame per dare un senso a quella serata tra maschi e partiamo.
Il primo giro è d’obbligo con le carte pokemon prese in edicola grazie al foraggiamento clandestino del nonno. Tra un’evoluzione e una sfera pokè finiamo a litigare sulla moneta che ”quando la tiro io faccio sempre testa mentre quando la tira lui fa sempre croce!”
Il clima si fa teso perché per un bambino di 6 anni accettare di poter perdere un pokemon evoluto non è cosa semplice da digerire, è l’equivalente di una delusione d’amore per un quattordicenne o la macchina graffiata per un ventenne o una mancata promozione per un trentenne… insomma una di quelle cose che ti brucia come il bacio alla liscivia di Brad Pitt sulla mano di Eduard Norton.
Per sdrammatizzare faccio al piccolo: “Ti va di defustellare un gioco nuovo?” e riprendo la serata alla grande!

Tzulan Quest  è arrivato nello scaffale senza troppe pretese, senza aver letto molto sul gioco, solo una percezione trascendentale, dei rumors per i corridoi, dei brusii che sottovoce mi dicevano: “prendilo, prendilo, PRENDIIIILOOOOOO!” alla fine come Al Pacino con De Niro in The Heat, L’HO PRESO!
Il piccolo LA sceglie la scimmietta Banana Jones, io sono indeciso tra l’esploratrice che fa il verso a Lara Croft oppure all’avventuriero che sembra Ash dell’Armata delle Tenebre. Alla fine cambio idea ed opto per un muscoloso ex marines dal baffo rosso tipo YMCA e partiamo.
LA ha imparato a leggere da poche settimane eppure visto il poco testo e le chiarissime immagini sulle carte riesce a ricordarne gli effetti dopo un paio di letture (con qualche mio aiutino). Alla terza/quarta stanza giochiamo praticamente ad armi pari e non devo neanche leggergli qualche testo qua e la per promemoria: non so se sia una sua prerogativa ma memorizza tutto in un attimo, QUANTO VORREI AVERE LA SUA MEMORIA.
Inizia lui che dopo aver pescato gioca tutte le sue carte come chiave avanzando il più velocemente possibile tra le stanze che lo separano dalla vittoria: quattro avanzamenti secchi… “CHE CULO! Ehm… che fortuna fortunella”.Escamo io allibito.  Il discorso è questo: ci sono 4 tipi di stanze ed ogni volta che avanzi scopri la successiva quindi non è detto che tu abbia le carte giuste per avanzare… invece lui ha una fortuna-fortunella che non ha eguali e chiude con zero carte in mano per poi pescarne tre nuove.
Al mio turno non posso avanzare più di una stanza quindi decido di fare l’antipatico e inizio ad usare le carte come EFFETTO piazzandogli un mostro nella stanza in cui è arrivato e una trappola in quella successiva… lui accusa bene ma se la lega al dito.
Al suo turno usa la frusta per sbarazzarsi di una mummia, poi avanza con una carta chiave e infine si sbarazza della trappola scartando le ultime due carte rimaste e così riesce anche a pescare tre nuove carte! Grande combo!!

Quando tocca a me riesco ad avanzare di un paio di stanze, poi piazzo un altro mostro al piccolo LA che inizia ad arrabbiarsi sul serio: l’occhio è lucido ma iniettato di fiamme, sarà guerra aperta.
Dopo aver pescato fa fuori un BRUTTO MUSO che gli ostacola il cammino, poi con una carta ne pesca altre due e con tutte quelle che ha scatena l’inverno che sta arrivando! Mi piazza due mostri (mummia e ragno) come bastoni tra le ruote. Poi aggiunge una trappola nella stanza successiva e come se non bastasse avanza di una stanza. È sempre più vicino all’idolo e mi fa sentire la pressione dei suoi attacchi.
Io dal canto mio quando pesco non ottengo mai carte chiave che mi aiutino, non ho fruste così cerco la via della negoziazione intavolando strane storie per cercare di estorcere ad LA le carte buone per me: lui ci sta e mi passa una carta machete, io gli passo una carta mostro, ma quando giro la sua MI HA FREGATO! Un bluff degno di David Copperfield, mi ha mollato una scartina tipo il due di coppe quando regna denari… CHE FETENTE! E se la ride con quegli occhietti verdi da gatto.
Provo a sbarazzarmi di tutti quei mostri ma non c’è verso, è come essere in un cunicolo fatto di ragnatele partorite da tarantole giganti e lasciate li come trappole a sedimentare per secoli, generazione di ragni dopo generazione di tarantole. Mi inseguono mummie, scappo da cerbottane nascoste nella roccia che sputano dardi velenosi; alle mie spalle rotola un pericoloso macigno grosso come il deltoide di Castro Giovanni. Faccio slalom tra gli scheletri tipo Hermann Mayer li vedo riversi a terra infilzati tra le lance arruginite, faccio attenzione a dove metto i piedi per non prendere le mattonelle che crollano in precipizi abissali. Salto, mi abbasso, scivolo, mi rialzo, evito, svicolo, roteo, rido, piango, vomito, sgomito, mi appendo, arrampico, volo, precipito, afferro….
PAPO… PAPO DAI TOCCA ATE!” mi ridesta mio figlio dalle tante immagini rievocate nella mente per i tanti  Inidana Jone visti fin da bambino, quando bastavano una frusta, un cappello e una sacchetta di sabbia per arrivare a prendere un idolo su un altare e farla in barba ai Nazi della prima guerra mondiale! Ora è tutto diverso ma per fortuna ci sono gioco veloci e interattivi come Tzulan Quest a far rivivere certe emozioni.
Per la cronaca: il piccolo LA arraffa la statuetta al turno prima che io possa agguantarla con le mie manone… vince esultando e chiedendo il bis… la sera chiudiamo con 5-partite-in-a-row. Vinco per 3-2 ma la sfida a chi sia l’esploratore più incallito è solo rimandata alla sera di Natale, con i cuginetti e gli zii per provare l’esperienza in più giocatori e capire che spasso ne esca. 

“Oh, capisco la tua confusione, tu non hai chiara una cosa: Indiana Jones era quello con il cappello e la frusta.”


Trovate Tzulan Quest dal mio merchant preferito Playbazar.it

3 commenti:

  1. Grazie Per l'articolo :) Avete colto in pieno l'essenza del gioco :)

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    Risposte
    1. WOW *.*
      Grande Alessandro! Grazie a te per aver "partorito" un gioco così divertente, mio figlio sta a mille... non mi molla... la stessa cosa fece quando portai a casa Vudù e Rush&Bash, non ha giocato ad altro per mesi e visto il successo dei suddetti, ti/vi auguro di eguagliare (o superare) certi record :))

      Alla prossima

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