venerdì 25 agosto 2017

Trafugatori di Tombe [AMUN-RE]


Quando l’orologio segna quasi l’una di notte, ValeC prende la via di Casa con sottobraccio la scatolona di DonVito Corleone. “Sicuro di averne prese abbastanza e non volere il bis a qualcos’altro” lo incalzo io sperando di fare presa sull’orgoglio nerd. Ma il giorno dopo lavorativo sarà già duro così e provare un nuovo gioco con spiegazione e tutto significa mettersi in branda almeno verso le 3 del mattino.
Rimaniamo con Cissinho, AleFriend e Miriana a chiacchierare con il freschetto che timido timido inizia ad entrare dalle finestre bollenti, consumate e cotte dal solito sole romano inclemente. La notte di san Lorenzo si dovrebbe stare fuori al buio a guardare le stelle, noi stiamo rintanati con il ventilatorino che soffia calore pronti ad iniziare una nuova partita.
Dallo zaino estraggo una busta di stoffa, dentro c’è una scatola avvolta in un panno di seta: sembra si tratti di un reperto archeologico gelosamente custodito in una tomba egizia dispersa in qualche labirinto sotterrane. Quando la scatola affiora dai mille incartamenti protettivi finalmente quel titolo torna alla luce dopo anni di polvere e scheletri nell’armadio: AMUN-RE!

sabato 19 agosto 2017

Un'offerta che non si può rifiutare! [IL PADRINO]


Un giorno, e non arrivi mai quel giorno, ti chiederò di ricambiarmi il servizio, fino ad allora consideralo un regalo per le nozze di mia figlia. (Don Vito Corleone)

Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla rosa rossa che adornava l’occhiello della sua giacca nera. I suoi occhi erano fissi su quei petali setosi, rosso sangue, sangue come quello che stava usando per firmare invisibilmente un accordo con uno strozzino, uno sfruttatore, un criminale, un assassino. Ma quei soldi gli servivano, per avviare la sua attività di facciata, doveva spingere la droga nel retrobottega con i suoi picciotti e i controlli della polizia aggiunti agli ostacoli del sindaco (quella banderuola) gli erano troppo di intralcio. I Corleone del resto erano il massimo che si potesse chiedere per una protezione con tutti gli extra, facevano tutto loro, mentre i Sollozzo erano degli incompetenti, capaci solo di arronzare scuse, accampare storie che non stavano in piedi neanche con i fili di Mangiafuoco. Aveva già sondato il terreno, sarebbe potuto andare dai Barrese ma nel giro di un mese sarebbe finito in un obitorio, “sono degli ammazzacapre, dei macellai, galli da combattimento sempre pronti ad uccidersi l’un l’altro come squali” si ripeteva Gianni. prossimo.

A' pistola lasciala... Pigliami i cannoli. (Pete Clemenza)

venerdì 11 agosto 2017

Campioni del Borgo


Come sempre esco da lavoro in ritardissimo, sulla Pontina sfreccio come Automan con il cursore a rincorrere. Arrivo a casa dei miei suoceri che sembra un pit-stop in Formula1: entro, saluti, doccia, cambio abito tipo Superman nella cabina telefonica; mio figlio LA mi aspetta con i riflessi pronti tipo Spiderman, ci infiliamo in macchina, allacciamo le cinture, i copertoni ce li hanno cambiati i meccanici dei box con le loro tute ignifughe, tolgono le coperte termiche e PARTIAMOOOO! VRUUUMMMMM… Dopo 10 minuti siamo di nuovo sulla Pontina, che per chi non lo sapesse è tra le strade più  pericolose d’Italia (qui) e ci passo un terzo dell’anno a fare su e giù per lavoro.
Arriviamo in rigoroso ritardo alle Streghe, paninoteca storica di Latina dove ci aspettano Alessandro “Parolaccia” Negri e sua sorella Ilaria. Trangugiamo delle prelibatezze da rimanere a bocca aperta, ma le dosi sono talmente abbondanti che anche una “cloaca umana” come me non riesce a doppiare per un bis.
Perché siamo qui? Perché c’è da giocare a Campioni del Borgo, il gioco ideato da Alex, disegnato da Ilaria e playtestato e affinato grazie a Vincenzo e agli altri amici della ludoteca di Latina “Il quinto elemento”.