Certe cose non le capirò mai...
Uwe Rosenberg sforna Caverna e... "CAPOLAVORO"... Leo Colovini partorisce Atlantis e... "COPIA!"...
I veri esprerti vi potranno dire che nella
saga Rosenberghiana ci sono fortissimi tratti distintivi di gioco in gioco e anche se Caverna sembra un Agricola maturo ed edulcorato di qualche
leziosismo è pur vero che le innovazioni e alterazioni sul tema sono tali da poter ogni volta gridare al miracolo!
Anche Gerts con la sua
rotella è stato spesso criticato ma poi ne è uscito sempre lindo e pinto perchè cambiando il tema centrale e introducendo meccaniche diverse (simili solo per la selezione azione) veniva riconosciuto come genio indiscusso!...
Da amante dei german e degli autori tedeschi avevo iniziato a documentarmi prima su di loro, sui grandi guru di questa valle di giochi! Ma come nella vita reale, dopo ogni viaggio all'estero, dopo ogni nuova amicizia di madre lingua diversa dalla mia ho sempre apprezzato di noi italiani la grande originalità, la capacità di trovare tratti unici rispetto al pregresso. E questa è proprio l'impressione che mi ha dato Leo Colovini quando ho provato
Atlantis: "originale!"
Mi sono un po documentato su questo prolifico autore nostrano e ne ho concluso che per spessore e originalità non lo batte quasi nessuno nel mare-nostrum: sforna giochi da un ventennio, tra blockbusters come
Inkognito (a cui giocavo quando avevo 7 anni) a titoli più di nicchia ma pur sempre lineari, semplici e che si fanno giocare da grandi e piccoli. Poi però vengo a sapere di Cartagena, novità a quei tempi, che seguito da Atlantis produceva per il secondo più dissensi che consensi... la cosa andava indagata!